Fare pubblicità per l’e-commerce su Google Shopping Ads

da | 24 Maggio 2022 | Web Marketing

L’elemento fondamentale per vendere o generare contatti di persone interessate (lead) è Il traffico. È una condizione necessaria: prima di convertire un cliente, hai bisogno di attrarre quel potenziale cliente.

Fonti di traffico sul web

Da dove viene il traffico? Come può il tuo sito attrarre traffico?

Nel gergo del web marketing si parla di fonti del traffico, ovvero i canali da cui può provenire un potenziale cliente.

Le fonti del traffico sono molteplici, ma fondamentalmente si dividono in due categorie:

  • il traffico organico
  • il traffico a pagamento
Parte di tastiera per computer con un tasto blu "get traffic"

Il traffico organico è quello generato dal posizionamento delle pagine del tuo sito nei motori di ricerca o dalla creazione di contenuti nei canali social.

Per i motori di ricerca esiste una vera e propria disciplina che ha l’obiettivo di collocare le pagine di un sito tra i primi posti dei risultati di ricerca per determinate parole chiave. I posizionamenti vengono ottenuti attraverso una serie di accorgimenti sia tecnici sia sui contenuti. La disciplina in questione si chiama SEO, Search Engine Optimization, l’ottimizzazione di un sito per i motori di ricerca.

Il traffico a pagamento è quello generato dalle campagne pubblicitarie, che anche in questo caso possono essere svolte sia sui motori di ricerca sia sui social. Rispetto al traffico organico, ottenere traffico a pagamento ha tempi di implementazione più brevi, una certa prevedibilità dei risultati (una volta ottimizzate le campagne) e una più facile scalabilità.

Le campagne a pagamento si basano sull’impostazione di un budget predefinito: è possibile impostare una cifra giornaliera o mensile che Google o Facebook non devono superare.

Il budget viene scalato piano piano, ogni volta che colui che legge l’annuncio ci clicca sopra. In termine tecnico si dice che queste campagne pubblicitarie sono di tipo pay per click. Si paga per i click e non per le visualizzazioni dell’annuncio.

Traffico organico contro traffico a pagamento

Quale tipologia di campagna usare allora? Una di tipo organico o una a pagamento?

Insieme a “quanto deve durare un video?” e “quanto deve essere lungo un testo?”, la domanda “meglio la SEO o Google Ads?” è una delle più gettonate nel settore del web marketing.

La risposta è che i due tipi di campagne hanno obiettivi diversi.

Nel web marketing si parla imbuto (o funnel di vendita), il percorso che una persona compie prima di procedere all’acquisto. Il funnel è composta da diverse fasi: ricerca di informazioni generiche, approfondimento delle diverse possibilità di risolvere il suo problema, individuazione della soluzione, azione (acquisto).

Le fasi del funnel di vendita: leads, prospects e customers

Precisato questo, la SEO si rivolge di più a coloro che sono nelle prime fasi del funnel, all’inizio del percorso, mentre le campagne pay per click puntano a persona con la carta di credito in mano, pronte per l’acquisto. Per questo motivo l’algoritmo mostrerà gli annunci solo a un pubblico che ritiene pronto a comprare, sulla base di certi parametri.

Se vuoi approfondire quale tipo di campagna scegliere, leggi il nostro articolo Cosa scegliere tra SEO e Google Ads.

Rispetto alle altre piattaforme che mettono a disposizione la possibilità di creare annunci pubblicitari, quella di Google ha un grande vantaggio: le persone utilizzano Google con un intento preciso, che in alcuni casi può essere l’acquisto. Ed è in quel momento che Google proporrà l’annuncio pubblicitario del tuo e-commerce: al momento giusto del funnel, quando la persona è pronta per l’acquisto, non al momento sbagliato, quando per esempio sta solo cercando informazioni.

Secondo una statistica, gli annunci Google Ads ottengono i 2/3 dei click se la ricerca è collegata a un intento di acquisto (e inoltre, il traffico pay per click converte il 50% in più del traffico organico). In altri termini, quando le persone sono pronte a comprare, il 66% preferisce cliccare su annunci a pagamento.

Best practice Google Ads

Google Ads, come tutti gli strumenti, ha alcune best practices che un imprenditore che vuole approcciare questo canale dovrebbe conoscere:

1. i primi 2 mesi vengono spesi dall’agenzia in test, per capire qual è la struttura della campagna che funziona meglio. In questo periodo vengono valutate parole chiave, annunci, offerte, pagine di atterraggio e tutti gli aspetti di una campagna pubblicitaria, per poi scalare, una volta individuati gli elementi che funzionano meglio.

2. specialmente per un e-commerce, Google ha bisogno di un certo budget per funzionare. In fase di test si parla di 500-1.000 € / mese, mentre terminato il test, si passerà su almeno il doppio. Naturalmente le cifre dipendono anche dal settore. Più il business è ampio, più il mercato è di massa, più budget serve.

3. il sito web della tua azienda deve essere pronto a ricevere un consistente aumento di visite. Questo significa che deve essere visualizzato correttamente sui dispositivi mobili, avere un’adeguata velocità di caricamento delle pagine, disporre della cookie policy e dei termini di vendita, presentare efficacemente le informazioni di contatto. Anche perché la qualità delle pagine del sito influiscono sul costo per click della campagna.

Persona davanti a un notebook con carte di credito in mano

Rimane sempre il presupposto che una campagna a pagamento non potrà mai ovviare alle carenze del tuo prodotto o servizio. Se il tuo prodotto/servizio non è competitivo o è di scarsa qualità, se la tua spedizione arriva in ritardo, se il tuo customer care non risponde adeguatamente, non c’è campagna che tenga. Anzi, otterrai l’effetto contrario perché amplificherai i tuoi punti negativi.

Tipi di campagne di Google Ads

La piattaforma per creare campagne pubblicitarie di Google, non comprende soltanto Google Search, cioè la pagina dei risultati di ricerca di Google, ma può comprendere anche altri strumenti messi a disposizione da Google come YouTube, Google Maps, Gmail e tutti i siti che hanno aderito al programma di visualizzazione di Google, AdSense, e che comprende dai micrositi di alcune pagine a portali di news come Repubblica o Corriere.it.

Vediamo i diversi tipi di campagne che mette a disposizione Google.

È la tipica campagna di Google Ads. Sulla base delle parole chiave relative ai prodotti o servizi offerti dalla tua azienda, Google pubblicherà l’annuncio pubblicitario sui risultati della ricerca.

I posti riservati agli annunci pubblicitari nella pagina dei risultati di ricerca di Google sono i primi 4 e gli ultimi 3. Nel mezzo ci stanno i 10 risultati organici, quelli non a pagamento.

L’aspetto della pagina dei risultati dipende dalla ricerca eseguita. Per esempio, se si tratta di una ricerca locale, cioè che contiene il nome di una città oppure dei riferimenti geografici (per esempio “idraulico vicino a me”), la pagina dei risultati mostrerà tra le varie voci anche quelle relative alle attività locali presenti nella mappa di Google.

Risultato della ricerca "idraulico Roma" su Google
Esempio di annunci Google Ads

L’annuncio è composto da un titolo colorato di blu collegato alla pagina di atterraggio, da una descrizione, una piccola immagine quadrata e, se impostati, degli elementi aggiuntivi come link ad altre pagine del sito, numero di telefono.

Google Display

Si tratta degli annunci che possono comparire sui siti che hanno aderito al programma Google AdSense. Possono avere la forma di veri e propri banner visuali.

Campagne video

Si tratta di una forma di pubblicità in continua crescita.

Gli annunci video di Google possono essere mostrati prima che inizi un video su YouTube, o anche durante se il video supera una certa lunghezza. Oppure anche tra i risultati di ricerca.

Campagne app

Sono tutti quegli annunci che compaiono nella rete di app sul play store di Google

Campagne Google Discovery

Una relativamente nuova tipologia di campagna pubblicitaria presentata nel 2019 e disponibile dal 2020.

In questa tipologia di campagna gli annunci vengono mostrati sulla home page di YouTube, nel feed “prossimi video” di YouTube, nel feed Discovery dell’app Google Search e nei tab Promozioni e Social di Gmail. I posizionamenti vengono scelti dall’algoritmo di Google.

Per approfondire: guida ufficiale di Google sulle campagne Discovery

Google Shopping

Per chi ha un e-commerce sono le campagne più indicate.

Si tratta di quegli annunci che compaiono quando cerchi un prodotto preciso su Google.

Risultato della ricerca "migliori scarpe running" su Google
Esempio di annunci Google Shopping

L’annuncio è composto dal nome del prodotto, il nome dello store, il prezzo del prodotto, ma soprattutto visualizza l’immagine del prodotto. Il link dell’annuncio finisce sulla scheda del prodotto del tuo sito, da dove il visitatore potrà subito acquistarlo.

I dati degli oggetti possono essere caricati manualmente tramite l’interfaccia specifica oppure, se si hanno molti prodotti, in automatico attraverso un “feed”, un file contenente le informazioni dei prodotti (nome, categoria, prezzo…).

Il feed viene creato in automatico dalla piattaforma e-commerce che usi per gestire i tuoi prodotti (WooCommerce, Magento, Shopify) e viene importato su Google e aggiornato periodicamente, volendo anche più volte al giorno.

Sulla base dei dati del feed, Google crea gli annunci e il suo algoritmo decide se visualizzarli o meno sulla base dei comportamenti dei suoi utenti. Questo significa che l’algoritmo di Google è in grado di capire se una persona è pronta o meno all’acquisto, basandosi sulla cronologia delle sue ricerche, sui siti visitati, sulla tipologia della persona stessa. E, sembrerà strano, ma l’algoritmo di Google è più efficace rispetto a una profilazione fatta dai noi umani. Di fatto si tratta di campagne automatiche.

Per un e-commerce una campagna Shopping performa meglio di una campagna tradizionale nella rete di ricerca, perché i prodotti attirano molto di più l’attenzione rispetto agli altri risultati.

Remarketing

Hai mai provato, sul web, la sensazione di essere inseguito da un annuncio pubblicitario o da un brand? Benvenuto nel mondo del remarketing.

Google Ads (ma anche Facebook) mette a disposizione strumenti che consentono di tracciare gli utenti che hanno visitato un sito (e che hanno compiuto determinate azioni al suo interno) e di seguirli una volta che l’avranno abbandonato e staranno navigando all’interno di altri siti che aderiscono al circuito Google Ads Display. Questo permette di proporre a quegli stessi utenti annunci specifici con lo scopo di rafforzare il brand; oppure, ancor più efficacemente, raggiungerli con messaggi personalizzati (offerte, promozioni, incentivi) in modo da convincerli a tornare sul sito e riprendere un’azione interrotta: pensa per esempio al recupero di un carrello e-commerce abbandonato.

Per maggiori informazioni vedi il nostro articolo specifico sul Remarketing di Google Ads.

Pronto per sperimentare una campagna pubblicitaria su Google? Contattaci per maggiori informazioni.

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da | 24 Maggio 2022 | Web Marketing

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